Torquato Tasso

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Tasso nell'Ospedale di Sant'Anna, Eugene Delacroix, collezione privata

Tasso nell’Ospedale di Sant’Anna, Eugène Delacroix, collezione privata

1544 – 1556: l’infanzia e la morte della madre
Torquato Tasso nasce a Sorrento nel 1544. Sia la madre, Porzia de’ Rossi, sia il padre Bernardo, appartengono a famiglie illustri. Il poeta trascorre la prima infanzia vicino alla madre, prima a Sorrento e poi a Napoli. Il padre Bernardo è al servizio del principe di Salerno Ferrante Sanseverino. Tasso compie i primi studi a Napoli, nel 1554 si trasferisce presso il padre a Roma, lasciando la madre, che muore nel 1556.
1556-1565: gli studi e gli spostamenti in città e corti dell’Italia, le prime opere
Dopo la morte della madre Tasso segue il padre in diverse città italiane . Nel 1556 è alla corte dei della Rovere a Urbino, compagno di studi del principe Francesco Maria, nel 1559 si sposta a Venezia sempre seguendo il padre. Comincia a scrivere un poema epico sulla prima crociata Gierusalemme, che lascia incompiuto. Qualche anno dopo, sempre a Venezia, Tasso pubblica nel 1562 il poema cavalleresco Rinaldo. Studia legge e poi filosofia e retorica prima a Padova poi a Bologna. Scrive poesie d’amore per Lucrezia Bendidio, nobildonna ferrarese, e Laura Peperara, dama della corte dei Gonzaga a Mantova. Stringe amicizia con il principe di Mantova Scipione Gonzaga.
1565-1579: alla corte estense di Ferrara, le opere principali la Gerusalemme liberata e l’Aminta, la prima prigionia e la fuga
Nel 1565 si trasferisce a Ferrara alla corte di Alfonso II, entra al servizio prima del cardinale Luigi d’Este poi del duca, conosce le principesse estensi Lucrezia ed Eleonora.
Si dedica alla composizione del poema epico sulla prima crociata la Gerusalemme liberata, il titolo scelto da Tasso prima della pubblicazione del poema era Goffredo. Nel 1573 scrive l’Aminta, dramma pastorale, che viene rappresentato in estate sull’isoletta di Belvedere. Lascia incompiuta la tragedia Galealto re di Norvegia, che termina più di dieci anni dopo e intitola Torrismondo.
Nel 1575, terminato il poema, si reca a Roma, vuole sottoporre il poema al giudizio di insigni letterati e avviare trattative per entrare al servizio dei Medici. Tornato a Ferrara all’inizio del 1576 Tasso si dedica alla revisione del poema. Tasso ha trentadue anni ed è al culmine del successo, come testimonia la lettera scritta all’amico Luca Scalabrino. lettera a Scalabrino in Lettere inedite pag 8 di Torquato Tasso. Tasso si sente perseguitato e ritenendo di essere sospettato di eresia si sottopone al tribunale dell’Inquisizione di Ferrara, che lo assolve, ma non come eretico, ma come « peccante di umor melanconico ». La mancata dichiarazione di piena innocenza mette in ansia il poeta, che si rivolge ai cardinali della Suprema Inquisizione di Roma, chiedendo la piena assoluzione (lettera Ai Cardinali della Suprema Inquisizione (pdf)  da G.Armellini, A.Colombo, La letteratura italiana, vol. A, Zanichelli, pp. 594-595).
Le lettere scritte ai cardinali di Roma vengono intercettate dal duca e non giungono a destinazione, Alfonso II non poteva tollerare che, a causa di un letterato in vista come Tasso, un nuovo caso di sospetta eresia mettesse a rischio la corte ferrarese esponendola alle mire espansionistiche della Chiesa di Roma. A Ferrara negli anni immediatamente precedenti lo scandalo di Tasso, Renata di Francia, calvinista, figlia di Luigi XII e madre di Alfonso II, aveva accolto protestanti e calvinisti italiani e cercato di educare le figlie nella religione riformata, costretta dal marito, il duca Ercole II, ad abiurare, nel 1559 si era trasferita in Francia. link: Renata di Francia (Enciclopedia Treccani)
Nel giugno del 1577 Torquato Tasso, credendosi spiato, aggredisce con un coltello un servo di corte. Il duca lo fa catturare e rinchiudere nel convento di San Francesco. Tasso riesce a fuggire da Ferrara e per circa un anno e mezzo si sposta in varie città e corti dell’Italia, Roma, Mantova, Padova, Venezia, Pesaro, Urbino, Torino. A questo periodo risale l’episodio della visita alla sorella, alla quale il poeta si presenta sotto mentite spoglie portandole la notizia della propria morte.
1579-1586: la prigionia nell’Ospedale di Sant’Anna, la “pazzia” di Tasso, la pubblicazione della Gerusalemme liberata
All’inizio del 1579 è di nuovo a Ferrara, mentre si celebrano le nozze del duca Alfonso II con Margherita Gonzaga, Tasso in preda a uno stato di grave agitazione inveisce contro il duca e i cortigiani. In seguito a questo episodio il duca lo fa imprigionare come pazzo nell’Ospedale di Sant’Anna, dove il poeta rimarrà per sette anni, fino all’estate del 1586, quando viene affidato a Vincenzo Gonzaga, principe di Mantova. link: la cella di Tasso
La vicenda della cosiddetta “pazzia” di Tasso ha dato vita al mito del poeta geniale, ma folle e infelice, che ha avuto particolare fortuna in Europa nel periodo romantico e decadente.
Negli anni di prigionia nell’ospedale di Sant’Anna, nonostante le sofferenze fisiche e psichiche che la prigionia gli procura, ne abbiamo testimonianza dalle lettere scritte ad amici e conoscenti, Tasso continua a lavorare, scrive i Dialoghi e nuove rime, si dedica alla pubblicazione della Gerusalemme, di cui escono diverse edizioni, da ricordare quelle curate da Febo Bonnà e quella del 1584 curata da Scipione Gonzaga e approvata da Tasso, e alla sistemazione e pubblicazione delle Rime.
Nel periodo di reclusione si svolge la polemica letteraria intorno al poema e alla disputa sulla superiorità di Tasso o di Ariosto. Tasso scrive contro i detrattori a difesa della propria opera una Apologia pubblicata nel 1584.
1586 – 1595: la liberazione, la Gerusalemme conquistata, le ultime opere di argomento religioso
Dopo la liberazione nel 1586, Tasso trascorre gli ultimi anni di vita ramingo spostandosi continuamente: è a Mantova, poi a Roma, Napoli, di nuovo a Roma dall’amico Scipione Gonzaga, con cui era sempre rimasto in contatto, poi a Firenze, ricevuto con grandi onori dai Medici, poi ancora Roma, Napoli e infine Roma. In questo ultimo periodo Tasso non smise di scrivere nuove opere e rivedere le antiche.
Inizia la sistemazione definitiva delle rime di cui pubblica la prima e la seconda parte. Nel 1593 pubblica una nuova edizione, completamente revisionata, della Gerusalemme liberata con il titolo di Gerusalemme conquistata, e le nuove opere di argomento religioso le Lagrime di Maria Vergine e le Lagrime di Gesù Cristo, dà inizio a opere che verranno pubblicate postume, Il Monte Oliveto, il Mondo creato. Torquato Tasso muore a Roma nell’aprile del 1595 nel convento di Sant’Onofrio sul Gianicolo, dove è sepolto.

Fonte: Vita e opere di Torquato Tasso, in Torquato Tasso, La Gerusalemme liberata, a cura di Lanfranco Caretti, pp. XLVII-XLIX, Einaudi Tascabili.

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