Vita di Niccolò Machiavelli

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Busto di Niccolò Machiavelli, Palazzo della Signoria, Firenze

Niccolò Machiavelli, Palazzo della Signoria, Firenze

Niccolò Machiavelli nasce a Firenze il 3 maggio 1469 da Bernardo Machiavelli e Bartolomea de’ Nelli. Il padre è dottore in legge. Machiavelli compie studi regolari, impara il latino, presto inizia a leggere e studiare i testi di storia romana del padre, legge e trascrive il De rerum natura di Lucrezio da poco ritrovato dall’umanista Poggio Bracciolini.
Segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica di Firenze
Nel giugno del 1498, all’indomani della fine della repubblica di Gerolamo Savonarola, Machiavelli, che era stato anti-savonaroliano, viene nominato segretario della Seconda Cancelleria di Firenze, incarico che tenne fino alla fine del 1512. La seconda cancelleria era un ufficio della repubblica di Firenze che si occupava delle relazioni con i governatori del dominio fiorentino, mentre la prima cancelleria teneva rapporti con signori e governanti stranieri.
L’attività ufficiale di Machiavelli è documentata da un’imponente mole di scritti, per lo più corrispondenza tenuta, in nome degli organi di governo centrali, con i funzionari e i comandanti militari sparsi per il dominio fiorentino. Nel periodo in cui è segretario, Machiavelli è spesso inviato per missioni diplomatiche presso le corti italiane e straniere. In Francia alla corte di Luigi XII e Francesco I, in Germania presso l’imperatore Massimiliano I, a Roma per seguire il conclave che elegge Giulio II, a Urbino in missione presso Cesare Borgia, figlio del papa Alessandro VI, che tra il 1500 e il 1503 aveva creato uno stato tra la Romagna, l’Umbria e le Marche. Possediamo i resoconti e le relazioni di queste missioni scritti da Machiavelli, tra i quali : Ritratto de le cose della Magna, ovvero la Germania, De natura gallorum (della natura dei francesi), Del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini, relazione su come Cesare Borgia eliminò i suoi nemici, fatto che avvenne durante la missione del Machiavelli presso il Borgia nel 1503.
In questi anni Machiavelli si dedica anche all’istituzione di una milizia ” propria” della repubblica fiorentina, cioè un esercito formato da soldati cittadini di Firenze e non da mercenari stranieri
E’ durante questi anni di lavoro al servizio della seconda cancelleria di Firenze, dal 1498 al 1512, che Machiavelli matura quella “experienza delle cose moderne (esperienza delle vicende storiche e politiche moderne)” che insieme alla continua “lezione delle antiche (conoscenza di quelle antiche)”, come dice nel proemio del Principe, è il fondamento delle sue grandi opere teoriche.
Il ritorno dei Medici a Firenze, Machiavelli perde l’incarico, il confino all’Albergaccio e il Principe
Nell’estate del 1512 le truppe spagnole al comando del cardinale Giovanni Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico e futuro Leone X, sconfiggono l’esercito fiorentino, Pier Soderini viene cacciato e i Medici ritornano a Firenze.
Machiavelli, che era stato stretto collaboratore di Pier Soderini e si era schierato contro i Medici, perde il suo incarico di cancelliere e viene condannato a un anno di confino.
All’inizio del 1513 coinvolto in una congiura anti-medicea viene catturato e torturato. Condannato, sembra al carcere perpetuo, fu aiutato dall’amico di gioventù Giuliano de’ Medici (uno dei figli di Lorenzo) e liberato nel marzo 1513 in seguito all’amnistia seguita all’elezione di Giovanni de’ Medici come papa Leone X .
Machiavelli si ritirò nella tenuta dell’Albergaccio a Sant’Andrea in Percussina, poco fuori di Firenze. Qui in un periodo di totale inattività, tra la fine del 1513 e l’inizio del 1514, scrive la sua opera più famosa Il Principe un “opuscolo”, ovvero una piccola opera, in cui Machiavelli analizza che cos’è un principato, i diversi tipi di principato, come si acquistano, come si conservano, perché si perdono dell’opera Machiavelli parla in una lettera a Francesco Vettori del 10 dicembre 1513.
Altre opere : I discorsi intorno alla prima deca di Tito Livio, La Mandragola etc.
Tra il 1513 e il 1525 Machiavelli scrive le altre sue opere, tra cui sono da ricordare : Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, periodo di composizione incerto forse tra il 1513 e il 1519, un commento in 141 capitoli dei primi dieci libri dell’opera Ab urbe condita (Dalla fondazione di Roma) dello storico latino Tito Livio (I secolo a.C.), Dell’arte della guerra (1519-1520), un trattato in forma di dialogo in cui si discute dell’importanza di un esercito di cittadini sottoposto al controllo politico dello stato, e delle tecniche di guerra. La vita di Castruccio Castracani, biografia del condottiero Castruccio Castracani di Lucca vissuto dal 1281 al 1328. La Mandragola (1518) una commedia che narra dell’inganno del giovane Callimaco ai danni dello stolto marito di Lucrezia, la donna di cui è innamorato. La novella misogina Belfagor, l’arcidiavolo.
Ritornato a Firenze, si avvicina a un gruppo di nobili fiorentini di tendenze repubblicane che si riuniscono negli Orti Oricellari, i giardini annessi alla villa dei Rucellai, che era divenuta luogo di ritrovo di studiosi e letterati, dopo la fine dell’Accademia platonica.
Nel frattempo, dopo il 1519, l’ostilità dei Medici viene meno e a Machiavelli vengono affidate alcune missioni diplomatiche e l’incarico di scrivere una storia di Firenze, dalla fondazione della città alla morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 , le Istorie fiorentine.
Gli ultimi anni : la Lega di Cognac e la cacciata dei Medici e la morte
Tra il 1521 e il 1527 Machiavelli riprende i contatti con Francesco Guicciardini, importante politico e storico fiorentino, autore della Storia d’Italia, opera sulle vicende storiche dalla morte di Lorenzo il Magnifico al 1534, e dei Ricordi, una raccolta di riflessioni morali sull’uomo e i suoi comportamenti.
Machiavelli e Guicciardini partecipano direttamente allo scontro tra il re di Francia Francesco I e i suoi alleati, il papa Clemente VII e Firenze (Lega di Cognac) e l’imperatore Carlo V ; Machiavelli come sovrintendente alle fortificazioni di Firenze, Guicciardini come Commissario generale dell’esercito pontificio.
Il 21 giugno del 1527, dopo che le truppe dei lanzichenecchi di Carlo V hanno saccheggiato Roma (6 maggio) e cacciato i Medici da Firenze (17 maggio), Machiavelli muore a Firenze, assistito dai pochi amici che gli sono rimasti vicini.

Fonti: link: Niccolò Machiavelli in Enciclopedia Treccani, H. Grosser, Il canone letterario, Il Quattrocento e il Cinquecento, volume 2, Principato, pp.250-277.