Vita di Giovanni Verga

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1840 – 1872 : gli studi, le prime opere, i soggiorni a Firenze.
Giovanni Verga nasce a Vizzini, un piccolo paese in provincia di Catania.
Compie i suoi studi giovanili con precettori privati e manifesta presto la sua vocazione letteraria. Scrive il suo primo romanzo Amore e patria a diciassette anni.
Per consiglio del padre si iscrive alla facoltà di legge dell’Università di Catania. A venti anni si arruola nella Guardia Nazionale, forza armata sorta in Italia meridionale con il compito di reprimere il brigantaggio, prestandovi servizio per quattro anni.
Nel 1861 abbandona l’università per dedicarsi all’attività letteraria, inizia a pubblicare a sue spese il romanzo I carbonari della montagna, negli anni seguenti collabora a riviste letterarie e politiche e pubblica il romanzo Sulle lagune.
Nel 1865 è a Firenze, allora capitale d’Italia e centro della vita politica e intellettuale, qui frequenta i salotti letterari e conosce lo scrittore siciliano Luigi Capuana e Giselda Fojanesi, con la quale avrà una lunga relazione amorosa.
Nel 1866 pubblica Una peccatrice e nel 1870 Storia di una capinera, sono romanzi d’amore che raccontano storie  drammatiche e angosciose, Verga si ispira ai romanzi d’appendice francesi e ai loro personaggi inquieti e tormentati. Pietro il protagonista di  è un giovane artista che insegue l’amore e il successo e rimane deluso e frustato nelle sue speranze e aspettative, alter ego dell’autore e delle sue segrete angosce.

1872 – 1893: Milano: i salotti e i romanzi mondani : Eva, Tigre reale, Eros; la novella siciliana Nedda; le opere veriste : Vita dei campi, I Malavoglia, Novelle rusticane ; Mastro don Gesualdo, il ritorno in Sicilia.
A Milano frequenta i ritrovi letterari e mondani più noti della città, incontra artisti, scrittori, intellettuali, editori, conosce  i movimenti letterari di avanguardia, la Scapigliatura  nata in Italia intorno al 1860, e  il Naturalismo francese di Emile Zola e Guy de Maupassant.
Nel 1873 pubblica con l’editore Treves Eva e lavora a due nuovi romanzi Tigre reale e Eros. Sono romanzi d’amore passionale,  Verga cerca il successo di pubblico con storie melodrammatiche, che hanno come protagonisti artisti falliti, giovani debosciati, donne tentatrici e giovani mogli tradite e abbandonate.
Nel gennaio del 1874 in un periodo di noia e fastidio scrive Nedda, un racconto completamente diverso dai romanzi precedenti, non più ballerine, artisti, storie di passione e frustrazione artistica, ma la tragica storia di Nedda, una povera raccoglitrice di olive siciliana. La novella viene pubblicata su una rivista letteraria e riscuote un successo inaspettato. Treves gli propone di scrivere altri racconti simili, Verga accetta senza entusiasmo l’invito dell’editore per guadagnare qualche lira in più. Nell’autunno del 1874, tornato in Sicilia comincia a scrivere il “bozzetto marinaresco” Padron ’Ntoni, che diventerà I Malavoglia.
Tra il 1874 e il 1879 trascorre lunghi periodi tra Catania e Vizzini, muoiono in questo periodo la sorella Rosa e la madre , Verga è depresso, si sente “istupidito”. Tra il 1878 e il 1879 scrive le prime novelle veriste Rosso Malpelo, Fantasticheria, Jeli il pastore e altre, riunite nel volume Vita dei campi, pubblicato nel 1880.
In una lettera all’amico Salvatore Paola Verdura dell’aprile del 1878 parla di cinque romanzi raccolti sotto il titolo complessivo della Marea : Padron’Ntoni, Mastro don Gesualdo, La Duchessa delle Gargantas (poi Duchessa de Leyra), l’On.Scipioni, L’uomo di lusso. È la prima idea dei romanzi veristi del “ciclo dei vinti”, di cui faranno parte I Malavoglia e Mastro don Gesualdo.
Nel 1881 a Milano viene pubblicato I Malavoglia. Il libro è un insuccesso, in una lettera a Luigi Capuana Verga scrive “I Malavoglia hanno fatto fiasco, fiasco pieno e completo”.  Nel 1882 pubblica Il marito di Elena, inizia a scrivere Mastro don Gesualdo e  i racconti di Novelle rusticane e di Per le vie, pubblicate nel 1883. Nel gennaio del 1884 va in scena a Torino con grande successo  la riduzione teatrale di Cavalleria rusticana, novella di Vita dei campi.
Tra il 1886 e il 1887 trascorre lunghi periodi a Roma, continua a scrivere racconti che pubblica nella nuova raccolta Vagabondaggio. Nel 1889 pubblica Mastro don Gesualdo, trascorre periodi sempre più lunghi a Catania dove si trasferisce definitivamente nel 1893. Nello stesso anno vince la causa per i diritti d’autore della versione lirica della Cavalleria rusticana contro il musicista Pietro Mascagni e l’editore Sonzogno ricavandone  140.000 lire.

1893- 1922: i romanzi incompiuti, le ultime raccolte di racconti: Vagabondaggio, I ricordi del capitano d’Arce, Don Candeloro e C.i, i drammi teatrali .
Tornato  in Sicilia Verga vive isolato, inizia a scrivere ma non porta a termine La duchessa Di Leyra, continuazione del ciclo dei vinti. Pubblica le ultime raccolte di racconti, I ricordi del capitano d’Arce e Don Candeloro e C.i e i drammi per il teatro La Lupa, La caccia al lupo, Dal tuo al mio, che vengono messi in scena a Torino, Milano, Parigi. Tra il 1912 e il 1914 affida allo scrittore napoletano Federico De Roberto la sceneggiatura cinematografica di Cavalleria rusticana e de La Lupa. Nel 1920 è nominato senatore. La città di Catania incarica Pirandello di tenere un discorso in occasione della celebrazione degli ottanta anni dello scrittore. Muore all’inizio del 1922 a Catania.