Il Decameron, un’opera che ha ancora qualcosa da dire

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1313. Sono passati 700 anni dal giorno in cui una delle personalità letterarie italiane più conosciute nel mondo venne alla luce. 700 anni di “splendore” per la sua opera più riuscita, il Decameron. 700 anni in cui il valore di quest’opera e la sua attualità non sono mai venuti a meno. Sì, attualità, perché anche dopo 700 anni il Decameron rimane un libro in cui sotto certi aspetti ci si può riconoscere: nell’amore tormentato e spesso rifiutato dalle famiglie, in quello a lieto fine, che si verifica anche ai giorni nostri, nella maturazione a cui si giunge dopo esperienze non del tutto positive.

Ma partiamo dall’inizio. Il Decameron è un libro di Giovanni Boccaccio scritto dal 1348 al 1353 in cui sono raccolte 100 novelle (101 contando quella delle papere). Ciò che rende questo libro innovativo è il fatto che non si tratti di una semplice raccolta di storie. Infatti nel libro si sviluppa anche una cornice in cui, per 10 giorni (da qui il nome Decameron), vengono narrate le vicende di un gruppo di giovani (7 ragazze, 3 ragazzi) rifugiatisi in una villa in campagna per sfuggire alla peste, i quali, per passare il tempo, decidono di raccontare a turno novelle. Ogni giornata si apre con l’elezione di un re o di una regina che sceglierà il tema attorno al quale raccontare la propria novella. Si individuano 3 grandi temi: la fortuna (il caso, la sorte), l’ingegno (unica arma con cui combattere la fortuna) e l’amore (un impulso naturale a cui è inutile cercare di resistere).

Ciò che può stupire è che Boccaccio dedichi il suo libro alle donne per confortarle dalle pene d’amore. Ma bisogna fare attenzione, questa dedica è solamente un espediente narrativo che, secondo molti studiosi, corrisponde a “Donne che avete intelletto d’amore” di Dante. Boccaccio non ha alcuna intenzione di dedicare la sua opera alle donne,anzi. Alcune fonti raccontano che Boccaccio, dato il Decameron a un suo amico, gli intimò di non farlo leggere alla moglie. Infatti le donne, nelle opere dello scrittore fiorentino (ad esempio nel “Corbaccio”) sono spesso caratterizzate da numerosi vizi e difetti. Ciò accade nella novella di Alatiel, in cui a causa della bellezza della principessa araba gli uomini che le stanno attorno vengono uccisi. O nel caso di Lisabetta da Messina, la quale, disobbedendo ai fratelli e quindi in un certo senso ribellandosi alla loro autorità, intreccia una relazione con Lorenzo, un bracciante, che porterà alla morte dei due amanti e alla fine delle attività commerciali dei fratelli a Messina in quanto la verità verrà consegnata a una canzone “Qual esso fu lo malo cristiano che mi furò la grasta et cetera-“. Boccacio dunque, con questi esempi, critica le donne che cercano di accrescere la propria bellezza e mette in guardia da quelle di bell’aspetto, le quali portano alla morte. Si tratta dunque di esempi di tradizione misogina di cui Boccaccio fa parte e che ancora oggi è molto diffusa.

Un altro tratto importante del Decameron è il realismo, una rappresentazione della realtà così com’è, con personaggi belli e brutti, onesti e malvagi, nobili e umili, in sintesi di tutti i ceti sociali. Un esempio di realismo è sicuramente la novella di Andreuccio da Perugia in cui “Andreuccio da Perugia, venuto da Napoli a comperar cavalli, in una notte da tre gravi accidenti soprapreso da tutti scampato con un rubino si torna a casa sua”. In questa novella inoltre è centrale la maturazione del protagonista il quale, da ragazzo ingenuo e privo di esperienza si trasforma in un uomo capace di non credere più alle “favole” e di comprendere gli inganni. La vicenda di Andreuccio inoltre può essere collegata a un rito di iniziazione. Sono presenti infatti tutti i passaggi necessari per trasformarsi da bambino a adulto: l’allontanamento notturno dalla comunità (la novella che si svolge di notte presenta uno stolto Andreuccio lontano per la prima volta da Perugia), le prove che spesso corrispondono a una reclusione in luoghi bui (la caduta nel chiassetto, nel pozzo e nella tomba), una liberazione e infine il ritorno a casa di un individuo più maturo.

Queste sono solo alcune delle caratteristiche che affascinano i lettori del Decameron, opera che sicuramente farà parlare di sé per altri 700 anni.

(tema di Veronica Pizzi classe 3 a.s.2013-14)