I Principi di geologia di Charles Lyell e Darwin

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 "A Venerable Orang-outang", a caricature of Charles Darwin as an ape published in The Hornet, a satirical magazine, 1872

“A Venerable Orang-outang”, a caricature of Charles Darwin as an ape published in The Hornet, a satirical magazine, 1871

All’inizio dell’Ottocento vennero ritrovati dei fossili di animali enormi. (…)
l biologi non riuscivano a spiegarsi come avessero fatto quegli animali a finire a diversi metri di profondità, sotto numerosi strati di roccia. Una spiegazione possibile era che i dinosauri fossero annegati durante il diluvio universale di cui si parlava nella Bibbia, rimanendo poi sepolti sotto strati di fango e sabbia che nel corso del tempo si erano trasformati in roccia. Comunque, non potevano essersi estinti tantissimo tempo prima. Nel Seicento, infatti, un famoso
arcivescovo inglese aveva usato la Bibbia per calcolare la data della Creazione, e aveva dedotto che Dio aveva creato il mondo a mezzogiorno del lunedì 23 ottobre 4004 a.C. É evidente, dunque, che una data come questa implicava che i dinosauri non potevano avere avuto il tempo di vivere a
lungo sulla Terra e di estinguersi.
Nel 1830 l’inglese Charles Lyell pubblicò un libro intitolato Principles of Geology (Principi di geologia). Lyell era un geologo: studiava cioè la costituzione e la struttura della Terra e la sua evoluzione nel corso delle varie epoche. Lyell aveva studiato il paesaggio in molte parti d’Europa, osservando il modo cui si era trasformato con il passare del tempo: per esempio, come le valli fossero state scavate dai fiumi, e come fossero emerse le montagne.
Lyell era convinto che la maggior parte delle trasformazioni del paesaggio avvenisse in modo graduale e molto lento. Per esempio; potevano trascorrere migliaia di anni perché un fiume arrivasse a scavare una valle profonda, e un vulcano poteva impiegare decine di migliaia di anni a dare origine a una nuova cima eruttando la sua lava.
Probabilmente la Terra aveva milioni di anni, affermò Lyell. Dunque, era convinto che doveva esserci stato uno spazio di tempo lunghissimo prima del periodo di cui si parlava nella Bibbia. Lyell pensava che in questa «preistoria» fossero esistiti degli esseri viventi che si erano in seguito estinti. I fossili potevano essere i resti di quelle forme di vita. Il fatto che i fossili si trovassero frequentemente sotto spessi strati di roccia risultava molto più facile da spiegare se si avevano a disposizione milioni di anni.
Uno di coloro che lesse i Principi di geologia con grande interesse fu un giovane di nome Charles Darwin. Era figlio di un ricco medico, e aveva studiato sia medicina che teologia, senza diventare né prete né medico. Charles era considerato un fannullone che preferiva andare a caccla e legger libri. Il padre era preoccupato, e pensava che non avrebbe mai combinato nulla. Ma le sue passeggiate nei boschi e nei campi si rivelarono molto utili. Charles amava studiare la natura. In particolare gli interessavano gli insetti, che raccolse per anni mettendo insieme una grande collezione.
Un giorno del 1831 sentì dire che il capitano di un veliero in partenza per il giro del mondo aveva bisogno di un naturalista. Charles convinse suo padre a lasciarlo partire, e il 27 dicembre 1831 si ritrovò a bordo del brigantino Beagle, diretto in America del Sud.
Il primo scalo del lungo viaggio fu il Brasile. Darwin vide per la prima volta una foresta pluviale, e rimase estasiato alla vista di quella vegetazione variopinta e degli animali che vi abitavano. Cominciò subito a collezionare piante e animali, che venivano imballati in casse e inviati in Inghilterra. In Brasile trovò anche il cranio di un enorme bradipo, e capì che si trattava di un fossile.
Avendo letto i Principi di geologia, intuì che quel gigantesco bradipo poteva rappresentare una specie animale estintasi migliaia di anni prima. Non credeva che la causa dell’estìnzione potesse essere il diluvio universale, e ipotizzò che fosse piuttosto la mancanza di cibo o una glaciazione che aveva mutato le condizioni climatiche. Dopo aver navigato per diversi anni, il Beagle attraccò nel 1835 alle Galapagos, un piccolo arcipelago nel Pacifico, al largo dell’Equador.

In « Breve storia della scienza » di Eirik Newth, Salani Editore, 1998, pp.195-197