La Bufera e altro di Eugenio Montale: “Gli orecchini”

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Odilon Redon, Head of a young woman, 1895, collezione privata

Non serba ombra di voli il nerofumo
della spera. (E del tuo non è più traccia.)
È passata la spugna che i barlumi
indifesi dal cerchio d’oro scaccia. 4
Le tue pietre, i coralli, il forte imperio
che ti rapisce vi cercavo; fuggo
l’iddia che non s’incarna, i desiderî
porto fin che al tuo lampo non si struggono. 8
Ronzano élitre fuori, ronza il folle
mortorio e sa che due vite non contano.
Nella cornice tornano le molli 11
meduse della sera. La tua impronta
verrà di giù: dove ai tuoi lobi squallide
mani, travolte, fermano i coralli. 14

Sonetto elisabettiano: tre quartine e un distico finale, i versi 8, 10 e 13 hanno rime ipermetre (fuggo -struggono, contano-impronta, squallide-coralli).
Gli orecchini viene pubblicata nel 1940 sulla rivista Prospettive e poi in Finisterre a Lugano nel 1943. Di questo sonetto ha dato una famosa lettura il critico D’Arco Silvio Avalle in un saggio Gli orecchini di Montale del 1965. Avalle utilizzando le tecniche della critica strutturalista divide il sonetto in nove parti, divise in due coppie di quattro parti ciascuna disposte a chiasmo, più una parte centrale. La prima coppia corrisponde a: “Non serba ombra di voli il nerofumo” verso 1 (A) , “dal cerchio d’oro scaccia.” verso 4 (B), “Nella cornice tornano”  verso 11 (B), “meduse della sera” verso 12 (A).  In questa prima coppia troviamo nei versi esterni (A) il tempo in cui si colloca l’evento della poesia:  “Non serba ombra di voli il nerofumo“meduse della sera;  nei versi interni (B) lo spazio  dell’evento della poesia: dal cerchio d’oro scaccia.”  “Nella cornice tornano” .  La seconda coppia “Le tue pietre, i coralli”  verso 5 (C)   “vi cercavo” verso 6 (D) “verrà di giù:”  verso 13 (D) “mani, travolte, fermano i coralli” verso 14(C).  In questa coppia troviamo nei versi esterni (C) gli oggetti della poesia: “Le tue pietre, i coralli” e “mani, travolte, fermano i coralli” ; nei versi interni (D) le azioni che generano l’evento poetico “vi cercavo” e “ verrà di giù:” Al centro, dalla fine del verso sei al verso dieci, il nucleo misterioso della poesia individuato nel tema dell’amore “i desideri porto fin che al tuo lampo non si struggono” e della distruzione e morte “ronza il folle mortorio e sa che due vite non contano.”  Concludendo il critico si chiede “se le due vite non contino veramente nulla, oppure (ultima ipotesi) se di fronte all’Emergenza (quella della guerra e l’”altra”) non ci sia ancora luogo per una protesta solenne.” (D.S.Avalle, Gli orecchini di Montale, in A.Marchese, L’analisi letteraria, pp.291-294).

Un sonetto d’amore per una donna che non c’è e non ci sarà più?  La donna evocata nella poesia è Irma Brandeis, la studiosa americana che Montale conobbe a Firenze nel 1933 e con cui ebbe una relazione amorosa durata fino a quando nel 1939 la donna dovette tornare negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni razziste del regime fascista. Irma era ebrea.  il poeta non la rivide più. Montale ha descritto le poesie di Finisterre come le poesie “che rappresentano la mia esperienza, diciamo così petrarchesca”.

Comprensione
La mia mente non conserva le immagini che ha ricevuto (E della tua non c’è più traccia). Come cancellati da una spugna i deboli segni di un’esistenza sono scomparsi dalla mia memoria. Cercavo di ricordare i tuoi orecchini di corallo e il tuo amore. A te, che sei la mia divinità incarnata, porto i miei desideri finché al tuo ardore non si consumano. Fuori il rumore, come di ali di insetti, della folle guerra indifferente alle nostre due vite. Nella mente tornano i tristi pensieri della sera, come molli  meduse velenose. Si imprime in me un’immagine di morte: vedo gli orecchini di corallo e squallide mani di morti che li fissano ai tuoi lobi.