I personaggi protagonisti di questo canto sono Erminia, Clorinda e Tancredi.
Erminia è un personaggio inventato da Tasso. Principessa di Antiochia, Erminia è stata data come prigioniera di guerra a Tancredi, che l’ha però liberata. Lei se ne è innamorata e da quando a Gerusalemme è giunto l’esercito cristiano scruta dall’alto della torre della città il campo nemico per vedere il suo amato.
Clorinda è una guerriera persiana, quando indossa la corazza, come Bradamante nel Furioso, è irriconoscibile e sembra un guerriero. Fin da bambina ha disprezzato le attività femminili e si è dedicata alle arti marziali, è orgogliosa e poco incline al sentimento. Anche Clorinda è un’invenzione di Tasso.
Tancredi è invece un personaggio storico, cavaliere di origine normanna ma italiano di nascita, guidò alla Crociata un esercito di ventimila uomini dalla Puglia, Calabria e Sicilia, secondo la storia fu valoroso e impetuoso, morì giovane a trentacinque annni.
Tasso ne fa un innamorato triste con un destino tragico.
Nel primo canto Tancredi in un momento di riposo dalla battaglia vicino a una fonte vede Clorinda, armata, ma con il volto scoperto e se ne innamora senza speranza. Nel terzo canto Tancredi e Clorinda si incontrano di nuovo, questa volta si affrontano da nemici con le armi in pugno, ma Tancredi vuole rivelare alla donna il suo amore.
Canto III riassunto : All’alba l’esercito cristiano si mette in cammino e, col sole alto, giunge in vista di Gerusalemme.
Gioia e commozione si diffondono tra i soldati, nella città gli uomini si preparano alla battaglia.
Il re Aladino osserva dall’alto di una torre l’azione militare, gli è accanto Erminia, principessa di Antiochia.
Il primo guerriero a uscire dalla città incontro al nemico è Clorinda, va incontro a un drappello di soldati cristiani, che stanno tornando al campo con gli animali che hanno catturato. Clorinda e i suoi guerrieri assalgono i soldati cristiani, in loro aiuto va Tancredi.
Dall’alto della torre il re chiede a Erminia di riconoscere il guerriero, ed Erminia, che era stata prigioniera dei cristiani dopo la presa di Antiochia, riconosce subito Tancredi di cui si è innamorata. (ottave 18 -20)
Clorinda intanto va all’assalto di Tancredi. Questi le scalza l’elmo dalla testa. Tancredi alla vista della donna rimane immobile come un sasso, incapace di continuare il duello. Clorinda lo incalza e lo sfida. Deciso a lasciarsi uccidere il giovane decide di rivelare alla donna il suo amore e la invita ad affrontarlo lontano dalla mischia. (ottave 21-25)
Clorinda è pronta al duello « recata s’era in atto di battaglia già la guerriera, e già l’avea ferito », ma Tancre di le rivolge parole inaspettate e le offre il petto privo di difesa perché lo uccida, lui non vuole più vivere dal momento che lei lo vuole morto. (ottave 26-28)
I due vengono raggiunti dai soldati pagani in fuga, uno degli inseguitori, vedendo la chioma della donna, passandole a fianco sferra un colpo per colpirla al collo, Tancredi grida e con la spada la difende, ma il colpo non va del tutto a vuoto e sul bianco collo si apre una piccola ferita, tra i biondi capelli rosseggiano piccole gocce di sangue, come rubini su un gioiello d’oro.
Tancredi insegue il soldato, Clorinda si allontana con i suoi. (ottave 28-31)
testo | parafrasi |
18 Chi è dunque costui, che cosí bene s’adatta in giostra, e fero in vista è tanto?» A quella, in vece di risposta, viene su le labra un sospir, su gli occhi il pianto. Pur gli spirti e le lagrime ritiene, ma non cosí che lor non mostri alquanto: ché gli occhi pregni un bel purpureo giro tinse, e roco spuntò mezzo il sospiro.19 Poi gli dice infingevole, e nasconde sotto il manto de l’odio altro desio: «Oimè! bene il conosco, ed ho ben donde fra mille riconoscerlo deggia io, ché spesso il vidi i campi e le profonde fosse del sangue empir del popol mio. Ahi quanto è crudo nel ferire! a piaga ch’ei faccia, erba non giova od arte maga.20 Egli è il prence Tancredi: oh prigioniero mio fosse un giorno! e no ’l vorrei già morto; vivo il vorrei, perch’in me desse al fero desio dolce vendetta alcun conforto.» Cosí parlava, e de’ suoi detti il vero da chi l’udiva in altro senso è torto; e fuor n’uscí con le sue voci estreme misto un sospir che ’ndarno ella già preme. 21 Clorinda intanto ad incontrar l’assalto 22 Lampeggiàr gli occhi, e folgoràr gli sguardi, 23 Ei ch’al cimiero ed al dipinto scudo 24 Percosso, il cavalier non ripercote, 25 Risolve al fin, benché pietà non spere, 26 Cosí me’ si vedrà s’al tuo s’agguaglia 27 Fermossi, e lui di pauroso audace 28 Ecco io chino le braccia, e t’appresento 29 Cedean cacciati da lo stuol cristiano 30 Pur non gí tutto in vano, e ne’ confini 31 Quel si dilegua, e questi acceso d’ira |
Chi è dunque costui che così bene si prepara all’attacco e appare tanto feroce ? A quella invece della risposta sulla bocca viene un sospiro e sugli occhi il pianto. Trattiene le lacrime e i sospiri, ma non tanto da non mostrarli in parte : perché gli occhi le si arrossarono intorno ed emise un roco sospiro.Poi gli dice fingendo e nascondendo sotto l’odio un altro desiderio : Oimé ! Lo conosco bene, e ho ben motivo di riconoscerlo tra mille, perché spesso l’ho visto riempire i campi e le fosse del sangue del mio popolo. Ahi quanto è crudele nel ferire ! Nessuna ferita che egli faccia può essere curata con erba o arte magica. Egli è il principe Tancredi: oh come vorrei Clorinda intanto va all’assalto Lampeggiarono gli occhi , gli sguardi folgorarono, Egli che prima non aveva fatto caso all’elmo Colpito il cavaliere non colpisce, Infine decide, sebbene non speri pietà, Così si vedrà meglio se il tuo valore Si fermò e il disperato amore Ecco io abbasso le braccia e ti presento Arretravano cacciati dal drappello cristiano Tuttavia non andò del tutto a vuoto il colpo Quello fugge e questi infuriato |