Vita di Italo Svevo

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1861 – 1896: infanzia e giovinezza, Trieste e  Wurzburg
Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, nasce a Trieste nel 1861 da una famiglia ebrea. Il padre è un agiato commerciante di vetrami, la madre viene da una famiglia di origini italiane. Ettore, sesto di otto figli, dal 1874 – 1877 studia  il tedesco in un collegio  vicino Wurzburg in Germania. Inizia le prime letture di autori tedeschi Schiller, Goethe, Heine.
Ritornato a Trieste termina gli studi all’Istituto Commerciale “Revoltella”. A diciannove anni trova impiego presso la filiale triestina della Banca Union di Vienna come corrispondente tedesco e francese.
Dopo il lavoro frequenta la Biblioteca Civica di Trieste , dove legge i classici italiani e i naturalisti francesi, studia i filosofi Schopenhauer e Nietzsche. Comincia a scrivere novelle e testi teatrali, collabora con “L’indipendente” una rivista locale su cui pubblica due novelle. Nel 1892 pubblica il primo romanzo “Una vita”.
Nel 1896 sposa la cugina Livia Veneziani, figlia di un ricco industriale di Trieste.

1898 – 1919: il secondo romanzo “Senilità”, l’abbandono delle letteratura, la fabbrica, Joyce e Freud.
Nel 1898 pubblica il secondo romanzo “Senilità”, che come il primo non ottiene alcun riconoscimento né di critica né di pubblico.
Svevo decide di eliminare dalla propria vita “quella ridicola e dannosa cosa che si chiama letteratura” e nel tempo libero si dedica a suonare il violino.
Lascia la banca ed entra nella ditta di vernici del suocero, diviene un ricco borghese impegnato a tempo pieno nel suo lavoro, viaggia e spesso si reca a Londra. Per migliorare il suo inglese prende lezioni da James Joyce, che insegna alla Berlitz School di Trieste,  a cui fa leggere i propri romanzi.
Continua a scrivere testi teatrali e novelle ma non pubblica più le sue opere.
Tra il 1908 e il 1910 conosce l’opera di Freud e traduce “L’interpretazione dei Sogni”, forse il testo più breve intitolato “Il sogno”.
Durante la guerra la fabbrica viene chiusa.

1919 – 1928: “La coscienza di Zeno, il successo, la morte.
Al termine del lungo periodo di inattività dovuto alla guerra nel 1919 inizia a scrivere “La coscienza di Zeno” che pubblica nel 1923. Il romanzo riceve apprezzamenti e riconoscimenti; nel 1925 la rivista letteraria “L’esame” pubblica l’articolo di Eugenio Montale “Omaggio a Italo Svevo”, nel 1927 il romanzo viene tradotto e stampato in Francia.
Negli ultimi anni Svevo riprende a scrivere novelle, “Vino generoso”, “Una burla riuscita” e testi teatrali “La rigenerazione” e inizia un nuovo romanzo “Il vecchione” che non porta a termine.
Muore nel 1928 in seguito alle complicazioni dovute a un incidente d’auto.