Il teatro europeo secoli XV – XVIII

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I modelli : il teatro classico greco e latino.
Nei teatri greci e latini si mettevano in scena in occasione di feste religiose tragedie e commedie. La tragedia e la commedia sono invenzioni greche, il teatro latino è una “imitazione” del teatro greco.
Gli attori greci e latini, solo maschi, recitavano con le maschere in teatri all’aperto. La tragedia greca ha come protagonisti personaggi e divinità dei miti e mette in scena uomini e donne a cui capitano delle catastrofi, la catastrofe è il rovesciamento totale di una situazione. La tragedia con le parole di Aristotele è una mimèsi, un’imitazione di un’azione, ovvero una simulazione che permette di capire come si svolge l’azione. La catastrofe che capita al personaggio tragico appare del tutto probabile allo spettatore che prova pietà e terrore e ha la sensazione che quello che è accaduto potrebbe capitare a lui ; la visione dello spettacolo tragico provoca nello spettatore la catarsi, ossia la purificazione dei sentimenti provati.
La commedia greca ha come personaggi uomini e donne comuni, i personaggi sono sempre gli stessi: giovani innamorati, servi astuti, vecchi avari e sciocchi. La commedia segue uno schema fisso: un personaggio che si trova nei guai concepisce un espediente per risolvere la sua difficile situazione, la commedia mette in scena gli avvenimenti che accadono durante la messa in atto di questo espediente; il finale è sempre lieto.
Raicultura Il teatro classico lezione di Ettore Paratore
Raicultura La tragedia greca lezione di Jean Pierre Vernant

Il teatro rinascimentale XVI – XVII secolo.
Alla fine del XV secolo nelle corti dell’Italia centro-settentrionale, la corte estense a Ferrara, quella dei Gonzaga a Mantova, la corte pontificia a Roma, si assiste alla rinascita del teatro classico latino e greco.
In queste corti in occasione del carnevale, oppure di  matrimoni, nascite, visite diplomatiche, etc. vengono messi in scena spettacoli teatrali che ripropongono i testi teatrali antichi di Plauto e di Terenzio  autori comici latini vissuti a Roma nel II secolo a.C..
La città in cui questa pratica ha inizio è Ferrara dove per il carnevale del 1486 viene rappresentata in latino la commedia di Plauto I Menaechmi.
Questi spettacoli sono messi in scena nelle corti e sono rivolti a un pubblico di nobili cortigiani. Nelle piazze delle città continuano ad essere allestite per un pubblico più ampio le sacre rappresentazioni medievali.
I luoghi del teatro.
Per lungo tempo gli spettacoli vennero allestiti nei cortili e nelle sale delle corti. I primi teatri in Italia vennero costruiti alla fine del Cinquecento. A Vicenza nel 1585 viene inaugurato il Teatro Olimpico progettato da Andrea Palladio, nel 1588 a Sabbioneta, vicino Mantova, il Teatro Olimpico di Vincenzo Scamozzi.
Rispetto ai teatri classici antichi che potevano accogliere diverse migliaia di spettatori, i teatri moderni sono luoghi piccoli, riservati a un pubblico di mille, duemila spettatori al massimo.
La commedia  e la tragedia: tra tradizione e innovazione.
Il teatro rinascimentale italiano si ispira al teatro classico antico, greco e latino.
Sono soprattutto le commedie a piacere al pubblico aristocratico delle corti.
La Casina di Plauto è ripresa nella Clizia di Machiavelli, I Menaechmi nella Calandria del Bibbiena, l’Aulularia è il modello dell’Avaro di Molière. I personaggi delle antiche commedie latine passano nella commedia italiana e francese del Cinquecento e Seicento. Il servo astuto, i giovani innamorati, il vecchio genitore avaro sono i personaggi delle commedie di Ariosto, Machiavelli, Bibbiena. Un’altra fonte importante dei commediografi rinascimentali sono le novelle del Decameron di Boccaccio con le loro beffe e racconti erotici.
Le nuove commedie non sono solo un’imitazione di quelle latine, ma una creazione nuova e originale. Per esempio nella Calandria del Bibbiena il motivo dei due gemelli che vengono separati  e alla fine si ritrovano cambia perché i due gemelli, che nei Menaechmi di Plauto sono due maschi, sono un uomo e una donna.
“La lezione del nuovo teatro rinascimentale è dunque questa: tradizione e innovazione.” (Roberto Alonge, Storia del teatro moderno e contemporaneo, Einaudi)
La tragedia è ancora più legata al patrimonio antico, latino e greco. In Italia, nel Cinquecento e Seicento, la tragedia non ha molto successo, la classe aristocratica italiana ricca e gaudente preferisce le commedie leggere e giocose, mentre in Francia i due massimi autori del Seicento Corneille e Racine, ispirandosi a personaggi storici e mitologici del mondo greco e romano, scrivono drammi che mettono in scena il conflitto tra l’individuo con le sue aspirazioni e sentimenti e lo stato che impone doveri e rinunce. Il genere tragico in Italia ha più successo nel Settecento. Vittorio Alfieri e Ugo Foscolo sono gli autori tragici più importanti di questo periodo.
La commedia dell’arte.
Con il termine commedia dell’arte si intende il teatro degli attori professionisti, che in Italia verso la metà del Cinquecento cominciarono a riunirsi in compagnie di comici e a rappresentare spettacoli teatrali a pagamento, vivendo del loro lavoro di attori.
La commedia dell’arte ebbe grande fortuna in Italia e in Europa, dove veniva chiamata commedia italiana e sopravvisse fino al XVIII secolo.
Gli attori e le attrici, per la prima volta in Europa anche le donne recitavano, rappresentavano spettacoli in cui ricorrevano sempre gli stessi intrecci e personaggi. Gli attori si specializzavano in un personaggio e mettevano in scena sempre quello; c’erano un certo numero di tipi fissi, il vecchio avaro, il giovane innamorato, la serva furba, il servitore sciocco e affamato che ricorrevano in tutte le commedie. I personaggi erano detti maschere, Pantalone, Arlecchino, Pulcinella, il Dottore, Colombina etc. perché gli attori indossavano sempre il medesimo costume e una maschera di cuoio, che copriva la metà alta del viso lasciando libera la bocca.
Sul palco gli attori recitavano improvvisando le battute di una vicenda perlopiù fissa scritta nei cosiddetti canovacci o scenari. L’improvvisazione degli attori non va intesa in senso letterale, ogni attore aveva un suo repertorio di battute e dialoghi che imparava a memoria e ripeteva secondo le scene, anch’esse fisse, degli intrecci stabiliti dal canovacci. Gli attori sul palcoscenico non solo recitavano, ma ballavano, suonavano, cantavano e facevano acrobazie. Gli spettacoli erano divertenti e molto seguiti, sulla scena gli attori si scambiavano battute salaci, spesso a doppio senso e sconce; i principali argomenti di riso erano le botte, le parolacce, gli scambi di persona, la fame, il desiderio di sesso. La commedia era un momento di sospensione della realtà, durante il quale le regole morali, le restrizioni religiose, le differenze di ceto e di sesso non contavano più. Le compagnie di comici erano itineranti e le più famose compagnie italiane, gli Accesi, gli Uniti, i Desiosi, giravano l’Europa riscuotendo successo e grandi guadagni.
Il teatro inglese.
Londra nel Seicento è una città popolosa e ha numerosi teatri, gli spettacoli teatrali sono un “fenomeno di massa”, a cui assistono molti spettatori di diversa estrazione sociale. Il teatro è un luogo di ritrovo pubblico della città, The Theatre il primo teatro di successo a Londra costruito nel 1576, sorge, fuori della cinta delle mura a nord della città, nel quartiere del divertimento di Shoreditch, accanto a case di gioco e bordelli. Le compagnie di attori erano mantenute da un patrono, the Lord Chamberlain’s men; la compagnia di attori di Shakespeare, aveva come patrono il Lord Chamberlain della corte di Elisabetta I.  A Londra  il teatro divenne un’impresa commerciale in grado di mantenersi con gli incassi degli spettacoli.
Gli autori di teatro cercano di attirare più pubblico possibile e per questo seguono il gusto degli spettatori; utilizzano per scrivere le opere diverse fonti letterarie, non seguono le regole del teatro classico che stabiliscono le unità di tempo, spazio e luogo, né la rigida separazione dei generi tragico e comico del teatro rinascimentale italiano e francese, per esempio nelle tragedie di Shakespeare ci sono scene comiche e allusioni sessuali volgari.
Il dramma borghese XVIII secolo.
Il Settecento è il secolo in cui il teatro cambia un’altra volta. La borghesia europea non può più rispecchiarsi nelle antiche forme fisse della commedia e tragedia classica. Gli autori del Settecento continuano a chiamare le loro opere commedie, ma queste sono diverse e lontane dai testi classici rinascimentali, nasce una nuova forma teatrale il dramma borghese.
Molto delle commedie di Goldoni appartengono già a questa nuova forma teatrale.
Il dramma borghese mette in scena personaggi e storie tratte dalla vita reale e modifica molte delle convenzioni sceniche del teatro classico, per esempio la scena si svolge in luoghi chiusi, non ci sono maschere, travestimenti e “a parte”, la cosiddetta “quarta parete” stabilisce una rigida separazione tra scena e pubblico e garantisce la verosimiglianza della rappresentazione. Questa forma teatrale stabilirà una nuova tradizione teatrale nell’Ottocento e Novecento.
Autori di drammi sono nel Settecento Goldoni, Diderot, Lessing, nell’Ottocento e Novecento Ibsen e Pirandello.
(fonte: Storia del teatro moderno e contemporaneo,  a cura di Roberto Alonge e Guido Davico Bonino,Torino, Einaudi)