Il viaggio: esperienza dell’altro, formazione interiore, divertimento e divagazione, in una parola, metafora della vita (ambito 2 e.s.2005): tema di Martina Monguzzi (3 liceo a.s. 2014-15)

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Le molteplici facce del viaggio.
L’uomo è da sempre un viaggiatore. Ha iniziato a spostarsi nella lontanissima Preistoria e continua ancora oggi; certo, col passare del tempo i mezzi di trasporto usati per andare da un luogo all’altro si sono modernizzati parecchio e fortunatamente, ora è molto più comodo e semplice viaggiare e inoltre, grazie a quest’evoluzione tecnologica dei mezzi l’uomo non si è più accontentato di viaggiare solo sulla terraferma e sull’acqua, ma è riuscito perfino a viaggiare nel cielo, con gli aerei, e a raggiungere pure lo spazio infinito. Anche se sono cambiati molto i mezzi di trasporto, di sicuro lo scopo, con cui l’uomo parte per fare un viaggio, è rimasto sempre lo stesso: scoprire per conoscere.
Molti studiosi, scienziati e anche gente comune si è chiesta il perché l’uomo senta la necessità, in certi periodi della propria vita, di viaggiare, ma finora nessuno è riuscito a dare una definizione concreta a questo termine; per alcuni significa “divertimento”, per altri “formazione interiore”, per altri ancora è un vizio, ecc.
Invece, secondo J. Saramago il viaggio è una delle tante facce della felicità, come dichiara in “Viaggio in Portogallo”. Infatti la maggior parte della gente, indipendentemente dall’età, viaggia per trovare tranquillità, rilassarsi, mandare via lo stress quotidiano; tutte cose che ci danno felicità e serenità.
Molto diversa l’opinione di T. Todorov in “Le morali della storia”, dove sostiene che tutto è viaggio. Il viaggio potrebbe coincidere con la vita, come passaggio dalla nascita alla morte oppure il viaggio nello spazio simboleggiare il passaggio del tempo e lo spostamento fisico il cambiamento interiore. È vero che tutto è viaggio, perché anche la semplice natura viaggia in continuazione, basti pensare all’alternarsi del giorno e della notte, alle stagioni, alle migrazioni di certe specie di volatili…
“Oggi più che mai vivere significa viaggiare” (C. Magris, Tra i cinesi che sognano Ulisse). Quest’idea riguarda proprio i giorni nostri, nei quali la crisi economica sta prendendo il sopravvento, costringendo molti giovani a “viaggiare” in diversi paesi per cercare lavoro. “(…) l’Ulisse odierno non assomiglia a quello omerico o joyciano, che alla fine torna a casa, bensì piuttosto a quello dantesco che si perde nell’illimitato.” (C. Magris, Tra i cinesi che sognano Ulisse) Perché a volte capita che una persona viaggiando, trova un bel posto dove poter vivere e lavorare, e così molto difficilmente torna a casa, nel suo paese nativo.
Poi adesso dopo l’invenzione della televisione e di Internet si potrebbe anche dire di riuscire a compiere il giro del mondo, osservando solo uno schermo, senza neanche pagare un biglietto, poiché i mass media ci tengono sempre aggiornati su tutti i fatti che accadono nel mondo. In questo modo si può affermare che l’infinito del mondo diventa a portata di mano, come dichiarato da P. Citati in “Le guide delle meraviglie”.
In fondo ogni momento della nostra vita è da considerarsi un viaggio, come il viaggio di parole e pensieri che intercorrendo tra di loro formano ciò che siamo. E per concludere si può dire che siamo tutti un po’ continuamente in viaggio, perché il viaggio ha un inizio, un percorso di esperienze ed una fine…un po’ come la vita.