Vita di Ugo Foscolo

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1778-1797: Zante e Venezia
Niccolò Ugo Foscolo nasce a Zante nel 1778, primogenito dei quattro figli di Diamantina Spatis,  di origine greca, e di Andrea Foscolo, medico di Venezia.
Foscolo trascorre l’infanzia a  Zante, l’antica Zacinto isola greca del Mar Ionio appartenente alla Repubblica veneziana, e poi a Spalato in Dalmazia.
Nel 1793 è a Venezia, dove la madre, rimasta vedova, si è trasferita con i figli. Foscolo è un giovane malinconico e irascibile, come descrive nel sonetto autobiografico Solcata ho fronte, che ha cominciato ad amare e studiare le lettere e a scrivere poesie, lo stile è quello del classicismo arcadico. Frequenta i  salotti letterari del tempo, tra cui quello della contessa Isabella Teotochi Albrizzi, di cui diviene l’amante. Nelle poesie di questo periodo compaiono riferimenti a Dante, Alfieri, Parini, ai canti di Ossian tradotti da Cesarotti. Nel gennaio 1797 viene messo in scena al teatro Sant’Angelo di Venezia per nove volte consecutive il Tieste, tragedia alfieriana nello spirito antitirannico, nello stile e nella struttura. Nell’aprile del 1797 lascia Venezia e si reca a Bologna, comincia la sua esistenza di “sradicato”, senza patria, senza famiglia, senza pace, in continuo movimento, fino all’abbandono dell’Italia nel 1815 e agli ultimi anni di vita trascorsi in miseria a Londra.

1797-1806: le campagne militari per le “repubbliche sorelle”, l’Ortis, le odi e i sonetti
All’inizio della campagna napoleonica in Italia nel 1796 Foscolo fa proprie le idee giacobine, repubblicane e libertarie della Rivoluzione francese di cui Napoleone si faceva portavoce. Nel 1797 si arruola come volontario e prende parte alle battaglie della Trebbia e di Novi della campagna italiana della guerra della seconda coalizione austro-russa contro i francesi del 1799.
Del maggio 1797 è l’ode A Bonaparte liberatore, Napoleone è presentato come un eroe della libertà. Ritornato nell’estate del 1797 a Venezia, dopo il Trattato di Campoformio  Foscolo prende amaramente atto del tradimento dei francesi, abbandona per sempre la città e si trasferisce a Milano. Qui lavora per Il monitore italiano, un giornale politico che diffonde le idee di indipendenza e di libertà dell’Italia. Nel 1798 ritorna per un breve periodo a Bologna, qui pubblica la prima edizione delle Ultime lettere di Jacopo Ortis, il romanzo epistolare narra la disperata vicenda di Jacopo suicida per la delusione politica e per amore, Ortis è l’alter ego del giovane Foscolo, al personaggio lo scrittore affida i propri sentimenti, le proprie riflessioni politiche e filosofiche, le proprie passioni.
Di questi stessi anni sono alcuni amori, la nobildonna genovese  Luigia Pallavicini, la cui bellezza è celebrata nell’ode  A Luigia Pallavicini caduta da cavallo, Antonietta Fagnani Arese, a cui è dedicata  All’amica risanata, le due odi  insieme a dodici sonetti, tra cui A Zacinto, Alla sera, In morte del fratello Giovanni,  sono pubblicate a Milano nel 1803 nel volume Poesie.
Dal 1804 al 1806 vive nella Francia del nord, arruolato come capitano nella Divisione italiana dell’esercito napoleonico. Da una relazione con una giovane donna inglese, prigioniera di guerra in Francia, Foscolo ebbe una figlia, che visse con lui a Londra negli ultimi anni della sua vita.

1806 – 1827: ritorno in Italia, Milano, Dei Sepolcri, Firenze, Le Grazie, “l’esilio”, Londra
Nel 1806 Foscolo torna in Italia a Milano, dove rimarrà fino al 1812.
È del 1806 il carme Dei Sepolcri dedicato a celebrare i sepolcri come luoghi dell’amore e della memoria. Il carme venne letto dai contemporanei come un testo politico che spronava a combattere per la liberazione dell’Italia dal dominio straniero.
Nel 1809 gli viene assegnata la cattedra di eloquenza all’Università di Pavia e  tiene il discorso Dell’origine e dell’ufficio della letteratura nel quale assegna alla letteratura l’alto compito sociale ed etico di tramandare la memoria e fondare la civiltà.
Foscolo diventa un punto di riferimento per i giovani intellettuali e patrioti del tempo e si attira le inimicizie dei francesi al potere a Milano, divenuta capitale del Regno d’Italia napoleonico (1805-1814). La tragedia Aiace rappresentata alla Scala nel dicembre del 1811 viene  proibita dall’autorità francese, che vide nella vicenda dell’antico eroe greco un riferimento alla situazione politica attuale e un incitamento alla ribellione contro il regime napoleonico.
Nell’agosto del 1812 si trasferisce a Firenze; nel salotto della contessa Luisa Stolberg contessa d’Albany, vedova di Vittorio Alfieri, conosce Quirina Mocenni Magiotti con cui stringe una relazione d’amore e d’amicizia. Alla morte del poeta la Mocenni curò le carte che egli le aveva affidato e ne impedì la dispersione. A Firenze Foscolo inizia le Grazie un lungo carme, rimasto frammentario, in cui celebra l’opera di incivilimento delle arti e della bellezza. Foscolo lavorò per più di dieci anni all’opera senza portarla a termine e pubblicò solo alcuni frammenti nella Dissertation on an ancient Hymn to the Graces, un testo in lingua inglese stampato a Londra nel 1822 in cui sono inseriti 184 versi che il poeta presenta come tradotti da un antico inno greco. I frammenti delle Grazie sono considerati tra i capolavori del neoclassicismo italiano.
Nell’estate del 1813 pubblica a Pisa la traduzione del A sentimental Jorney through France and Italy dello scrittore inglese Laurence Sterne, a cui allega la Notizia intorno a Didimo Chierico, il traduttore del libro, suo nuovo alter ego, non più l’appassionato Jacopo Ortis, ma il freddo e disilluso Didimo, nome di un antico erudito greco.
Nel 1813 torna a Milano, quando dopo la caduta del Regno d’Italia il Regno lombardo – veneto viene assegnato agli austriaci, Foscolo  nella notte tra il 30 e il 31 marzo lascia Milano diretto in Svizzera, non vuole prestare il giuramento di obbedienza agli Austriaci al quale era tenuto come ufficiale. Si reca in Svizzera dove rimane per poco più di un anno, in un primo tempo è perseguitato dalla polizia austriaca, ma poi grazie all’intervento di amici può godere di maggiore tranquillità e riprende la sua attività di scrittore e studioso.
Nel settembre del 1816 è a Londra. Qui Foscolo  pubblica in inglese saggi critici sulla letteratura italiana, su Dante, Petrarca, Boccaccio e scrive per riviste culturali. Negli ultimi anni accoglie gli esuli italiani che si rifugiano in Inghilterra per sfuggire alle persecuzioni politiche degli austriaci dopo il fallimento dei moti del 1821. Muore nel 1827, la salma è stata traslata nel 1871 nella Chiesa di Santa Croce a Firenze, ricordata in Dei Sepolcri.

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